pagine a cura di: IK5FCI Riccardo Pellegrineschi ed IK7JGI Alfredo Gallerati Per fare un sano radiantismo è necessario superare personalismo ed individualismo.
D'altra parte anche il nuovo modo di comunicazione, allorché divenne veicolo di notizie, non poté sottrarsi alla regola aurea dei media, secondo la quale un sistema d'informazione ha ragione d'esistere e trova spazio e modo di sopravvivenza solo se esiste un pubblico fruitore. L'attenzione delle emittenti di allora verso l'ascoltatore, al di là della curiosità verso la nuova figura, peculiarmente diverso dal lettore, era in funzione di una duplice necessità. Da un lato il riscontro tecnico immediato sulla qualità di quanto trasmesso, stante la novità del canale radiofonico, e dall'altro un'attenzione a medio/lungo termine per un'utenza che diveniva ragione stessa e giustificazione dell'esistenza dell'emittente e con la quale vincere le diffidenze delle Autorità restie ad investire denaro nella nuova …diavoleria ! Per cogliere in un'ottica corretta le caratteristiche e le dimensioni dell'attenzione suddetta occorre tracciare una panoramica storica della radio tra le due guerre, tenendo ben presente la domanda : Come andavano le cose in Italia ? Il
6 Ottobre 1924, l'U.R.I. (Unione Radiofonica Italiana), con autorizzazione
del Ministero delle Comunicazioni, inizia il suo < servizio di radioaudizioni
circolari..>. Unica stazione operante è quella di Roma (quartiere
Parioli) che trasmette in onde medie (422 mt.) dalle 20.30 alle 22.30
ora italiana. L'obiettivo dell'U.R.I. è di portare a 6 ore giornaliere
la durata delle trasmissioni. Fin qui (1924) ai radiodilettanti appassionati
del radioascolto, il Ministero delle Comunicazioni aveva sempre concesso
"permessi provvisori" per l'ascolto radiofonico. Dal 13 settembre
1924 il Ministero delle Comunicazioni aveva dichiarato decaduti tutti
i permessi di radioricezione concessi e sancì l'obbligo, da parte
di tutti i possessori di apparecchi radioriceventi, di dotarsi di apposita
licenza e di abbonamento alle radioaudizioni. I moduli per inoltrare
la richiesta di rilascio della licenza erano reperibili presso gli Uffici
Postali al prezzo di 20 centesimi. La speciale "Licenza per apparecchi
radioriceventi in prova" fu poi regolata dai Regi Decreti-Legge
17 Aprile 1931 n.589 e 9 Dicembre 1935 n.2173. Fin dai primi anni '30 i radiodilettanti, in prevalenza tecnici sperimentatori, ancor prima di essere attivi in trasmissione erano attivi radioascoltatori, per l'ovvia ragione che le emittenti di diffusione, pur con l'imprevedibilità delle prime trasmissioni, erano un riferimento tecnico prezioso per la messa a punto della sezione ricevente e dell' "aereo" (come era comunemente denominata l'antenna). In Italia in quegli anni si sviluppò il radiantismo inteso come l'attività di individui che cercano il collegamento bilaterale con altri appassionati in altre parti del Paese e del mondo, movimento che diede vita all'A.D.R.I. (Associazione Dilettanti Radiotecnici Italiani). Le prime sperimentazioni dei "radioamatori" francesi Deloy e Mepars sulle bande 40 ed 80 metri, confermarono la possibilità di trasmettere a grandi distanze sia di giorno che di notte, conferma che si concretizzerà nell'esperimento con cui Marconi accende le lampadine di Sidney con un segnale radiotrasmesso dall'altro capo della Terra : è l'era della radio ! Nel concitato entusiasmo ingenerato da questo cambiamento epocale, che di fatto abbatteva le distanze temporali e geografiche che separavano continenti e nazioni, si affermava sempre più il contributo notevole dato dai radioamatori per quanto riguardava la dimostrazione delle possibilità delle OC ; di fatto il mondo diveniva più piccolo perché adesso il sogno di seguire gli eventi a distanza ed in tempo reale (come si dice oggi) stava per trasformarsi in realtà. A tal proposito non si possono dimenticare i collegamenti transcontinentali di Ducati, Salom ed altri e l'opera divulgativa del Montù, dai cui libri molti appassionati trarranno materiale teorico in abbondanza per la costruzione delle prime stazioni radioamatoriali. La radio divenne sempre più un fenomeno di massa, del grande pubblico che, ovviamente non era molto interessato all'ascolto impegnato , quello cioè che si avvaleva di antenne e radioricevitori più complessi. Anche il canale informativo della radio che era il famoso Radiorario divenne , anche per rispondere a questa esigenza del pubblico, il Radiocorriere.C'erano poi gli ascoltatori che si dilettavano semplicemente all'ascolto di notizie e musica a casa propria. Questo obiettivo aveva la pubblicità diffusa negli anni '20 dalla famosa "Allocchio-Bacchini". Lo ricordava anche questa stampa diffusa all'epoca.
La radio incomincia a divenire un mezzo di comunicazione di massa, non più per pochi specialisti tecnici, una voce che porta le informazioni, notizie, spettacolo nelle case degli italiani. In
Europa si moltiplicano le stazioni di radiodiffusione sicchè
emergono due problemi: interferenze tra segnali di stazioni diverse,
quindi necessità di impiegare ricevitori di buona selettività
che erano Cresce anche il numero dei radioascoltatori sempre sensibili all'ascolto di notizie non più solo… italiane. I primi radioascoltatori si organizzano e si confrontano nei primi clubs di sanfilisti (dal francese sans fil, senza fili). I sanfilisti si occupavano prevalentemente degli aspetti tecnici della radio al fine dell'ascolto delle stazioni straniere. Per la cronaca, il Sanfilista era anche il nome di una rubrica di radioascolto che fino alla fine degli anni '70 verrà pubblicata da una rivista italiana di elettronica, rubrica che farà conoscere il radioascolto in onde corte a tanti giovani e non. Nel
frattempo in Italia e Germania la radio sta guadagnando posizioni nei
confronti della carta stampata, favorita anche dalla diffusione "politica"
di ricevitori a prezzi "quasi" popolari in grado di ricevere
solo le emittenti nazionali e locali ; è indubbio che tale ascesa
nelle preferenze della gente comune sia favorita dalla peculiarità
che tutti possono riscontrare nel nuovo mezzo di comunicazione : la
tempestività dell'avvenimento, sia esso notizia, musica, sport
o intrattenimento. Durante la seconda guerra mondiale, in Germania, Italia ed altri Paesi si attuò una durissima repressione all'attività di ascolto. Il Regio Decreto n.765 del 16 giugno 1940 all'articolo 340 aveva sanzionato l'attività delle telecomunicazioni e persino dell'ascolto con una pena detentiva fino a 6 mesi ed un'ammenda di 10.000 Lire ! Per l'ascolto, il Decreto sanciva il divieto di ascoltare stazioni emittenti di Paesi nemici o neutrali. Ma l'effetto spontaneo… fu la nascita dell'ascolto clandestino. Forse il primo vagito di un radioascolto alla ricerca della sua legittima libertà. E così il Colonnello Stevens dai microfoni della BBC ed il Sindaco italo-americano di New York Fiorello La Guardia da quelli della Voice of America diventeranno appuntamenti quotidiani per migliaia di italiani, mentre a migliaia di km di distanza le trasmissioni della misteriosa Rosa di Tokyo pungoleranno ogni giorno i militari alleati anglofoni di stanza nel Pacifico. In tutti i Paesi in guerra, la radio divenne un mezzo di comunicazione vitale fra Governo e popolo, spesso anche l'unico. Finito il periodo bellico, con la ricostruzione del Paese la produzione di apparecchi radiofonici aumentò e quindi il processo di diffusione continuò, portando l' "apparecchio" nelle case e nei ritrovi pubblici, e l'ascolto della radio divenne un fenomeno di massa : cresceva la curiosità e la necessità di ascoltare un'informazione radiofonica e soprattutto intrattenimento e sport , il pubblico tornò ad assaporare la libertà dell'ascolto concentrando l'interesse sulle stazioni italiane. Il radioascolto come ricerca di emittenti transnazionali sembrava ora aver perso quasi ragione d'esistere, la ricerca di una "voce" diversa da quella della RAI appariva ora come un fenomeno in forte calo : il radioascolto "avanzato" diviene, secondo dati dell'epoca, un hobby più selettivo a cui cioè si dedicarono persone, prevalentemente di sesso maschile, con cultura tecnica specifica e con una buona dose di tempo libero. Nessuna meraviglia quindi che i primi Clubs di radioascolto nascessero in Svezia e negli Stati Uniti alla fine del conflitto mondiale, paesi tecnologicamente e civilmente più sensibili a recepire le istanze che il radioascolto poteva portare in termini di miglioramento personale. Intanto....... Proprio
dalla Svezia (Radio Sweden) già nel 1948 arrivò uno dei
primi "Programmi DX". Probabilmente il primo in Europa. Prodotto
da Radio Sweden, il programma "Sweden calling DX'ers" creato
nel 1948 dall'ingegnere Arne Skoog e ripreso negli anni '70 da George
Wood, un californiano emigrato in Svezia, fece scuola nella storia dei
programmi DX, quelli dedicati al radioascolto internazionale.
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Lo
storico bollettino di Radio Budapest
Sono
cose che possono far storcere il naso con sufficienza e stimolare al
risolino di compatimento l'appassionato hi-tech dei ns. giorni (quello
che mentre ascolta registra in formato MP3 e gia inviando il rapporto
via e-mail) ma occorre considerare che si tratta di iniziative nate
ad inizio anni '70 che - in modo del tutto gratuito - hanno consentito
a molti DXer di reperire informazioni e contatti diversamente per loro
impossibili da raggiungere (pensiamo agli appassionati che vivevano
nei paesi poveri del terzo mondo).
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Rivista
"Onde Corte" nel 1976
Per quanto riguarda comunque "Rivista Onde Corte", il grande momento di questo bollettino durò circa quattro anni, fino al 1974, quando alcuni collaboratori fondarono propri bollettini editoriali. Tra questi ci fu il tentativo del milanese Enrico Callerio che dal 1976 per circa un anno realizzò la rivista trimestrale "Onde di radiodiffusione". "Rivista Onde Corte" durerà ancora fino ai primi mesi del 1976, quando cessa le pubblicazioni per ragioni che vennero solo in parte chiarite successivamente, in una riunione tenutasi nel Giugno 1977 a Firenze ; in tale incontro - eufemisticamente definito allora come "avvelenato" - le distanze e gli attriti tra i maggiori DXer italiani si acuirono e si ampliarono, premessa logica della piccola babele di micro-gruppi e corrispondenti bollettini degli anni seguenti. Tali pubblicazioni avevano incominciato a circolare già dalla seconda metà degli anni '70 ed erano solitamente realizzati mediante fotocopie o ciclostile. Erano attivi 26 bollettini in Italia : lo specchio di una incredibile situazione fatta di un individualismo spinto accentuato dagli effetti (perniciosi) di diatribe e polemiche mai risolte né chiarite. Impossibile citare i nomi di tutti i gruppi e club allora esistenti, ricordiamo i nomi di quelli più conosciuti in quel periodo. -
GAT- Gruppo Ascolto Torino di Riccardo Novarino. Molte voci….e poca organizzazione. Evidentemente l'esplosione di decine di bollettini e Gruppi locali, dalla fine del 1978 fece riflettere diversi appassionati BCL i quali cominciarono a pensare alla possibilità di tentare di coagulare queste realtà diverse e distanti in un'unica organizzazione. In questo clima, l'1 novembre 1980, alcuni BCL tra cui Piero Castagnone (Sestri Levante), Francesco Clemente (Udine) e Walter Mola (Torino) organizzano il primo Congresso per proporre la costituzione della FRI (Federazione dei Gruppi di Radioascolto Italiani). Alcuni attivi BCL avevano finalmente capito che, per incentivare la pratica del radioascolto, occorreva convergere in un'organizzazione associativa o federativa. A Firenze si tenne il primo Congresso in cui però non si raggiunsero concreti accordi realizzativi. A Bologna, il 19 settembre 1981 si tornò a parlare delle risorse per costituire una Federazione oppure un'Associazione di BCL per tentare di far confluire le risorse in una organizzazione. Ma qui si apre quella frattura la cui ombra arriverà fino ai giorni nostri. Il dialogo che inizialmente era sembrato più spontaneamente costruttivo, comincia ad incrinarsi, a cedere al personalismo, all'individualismo. Ormai sull'associazionismo del radioascolto si spargono i veleni del rancore, dell'individualismo, del protagonismo di alcuni…..
Ma…l'esperienza
del gruppo triestino guarda in avanti e non molla, crede nell'associazionismo.
E' per questo che il 28 Marzo 1982, quindici appassionati BCL si danno
appuntamento a Firenze. Sono : Primo Boselli
(Firenze), Fabio Baldini (Firenze), Giorgio
Borsier (Firenze), Piero Castagnone
(Sestri Levante), Castini (Firenze), Francesco
Clemente (Udine), Ferrini (Firenze),
Elio Fior (Trieste), Nader Javaheri (Firenze), Manfredi Lanza d'Ajeta
(Firenze), Giovanni Mennella (Rapallo) , Monti (Firenze), Andrea
Tosi (Firenze), Trifoni (Incisa
Valdarno) , Manfredi Vinassa de Regny (Milano).
Alberto Gandolfo - Presidente A.I.R. scomparso nel 1998. Claudio Dondi - fondatore del Co.Rad. scomparso nel 1986 .
Ma il 1° dicembre 1984 a Salsomaggiore, uno dei maggiori protagonisti dell'associazionismo nel radioascolto diede vita al Co.Rad. . Si chiamava Claudio Dondi ed era un giovane che aveva del radioascolto una concezione eminentemente socio-culturale quindi molto aperto all'associazionismo. Questo lo spinse a creare il Cooordinamento del Radioascolto (Co.Rad.) perché aveva capito che la tomba dell'associazionismo, in questa particolare area del radiantismo che è il radioascolto, era rappresentata proprio dall'alto tasso di conflittualità che scatenava diatribe e da scontri tra gruppi e singole persone che invece avrebbero dovuto condividere la causa comune di un radioascolto unito. Ma… come spesso accade, per un tragico disegno del destino, proprio i migliori scompaiono improvvisamente. Claudio Dondi scompare a due anni dalla fondazione del Co.Rad. In quel periodo però, complice il caro amico Mauro Corradi (Reggio Emilia) , volli incontrare Claudio Dondi con il quale fino ad allora avevo mantenuto solo rapporti epistolari. Così il 5 Luglio 1986, trenta giorni prima della sua dolorosa scomparsa, lo incontrammo nella sua casa a Salsomaggiore Terme dove Claudio ci rivelò le sue ultime riflessioni sul radioascolto italiano!
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